Tre cantanti americani – modelli di raffinatezza e tecnica, si sono uniti ad un direttore d’orchestra italiano in un programma di arie e duetti che non è mai mancato in potenza drammatica.

Il punto più alto del concerto è venuto dai brani de “I Capuleti e i Montecchi” di Bellini, un’opera basata sugli stessi materiali di base utilizzati da Shakespeare per il suo Romeo e Giulietta, ma con differenze di trama. Il soprano Laura Claycomb, sostituendo con breve preavviso l’originariamente prevista Nicole Cabell, era raggiante e toccante nell’aria lamentosa di Giulietta “O Quante volte” (con assoli di corno e arpa). Ha quindi portato la sua interpretazione ad un differente livello nella sua interazione incendiaria con il Romeo di DiDonato in tutte le varie fasi di una scena non-shakespeariana dal primo atto dell’opera, “Ah! mia Giulietta!” Ma che opportunità che offre alla voce recitante!

Dopo un’apparizione sul palco in un tailleur per questa scena, DiDonato ha fatto di ogni complesso ostacolo vocale un tour de force, spingendo la frustrazione del personaggio, l’ardore e la forza di persuasione ad estremi stupefacenti. Nel complesso, ha mostrato la sua abituale precisione e sottigliezza, insieme ad una varietà ed una potenza non sempre sentito da questa artista in opere messe in scena. L’impatto sembrava così stimolante sia per il suo partner sul palco sia per il pubblico. L’estensione in cui Claycomb si librava, i pianissimi filati ed il fine ricamo vocale raggiungevano una miscela sorprendente di equilibrio tecnico e forza espressiva.

-David J. Baker
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